Become A Donor

Halloween, una festa necessaria?

Parliamo di un fenomeno “culturale” che sta prendendo sempre più piede anche nel nostro Paese, riscuotendo il favore dei giovani e non soltanto. Ma è solo un fenomeno culturale? Una festa che abbiamo recepito noi qui in Europa dagli Stati uniti?

Non è cosi?

La festa di Halloween si colloca in un orizzonte di inculturazione al contrario: Abbiamo duemila anni di storia di cristianesimo in cui specialmente nei primi secoli, il paganesimo e tutte le feste pagane sono state sdoganate e sostituite dalle feste cristiane. Dal natale alla festa dell’Assunta (ferragosto).

Halloween rappresenta un processo al contrario: dal cristianesimo al paganesimo. Ma non ci fermiamo sono qui, c’è altro e quest’altro è molto più inquietante!

 

Le origini di Halloween 

Facciamo un salto indietro nel tempo per considerare quando e dove ha avuto origine questa festa.

Il nome “Halloween” deriva dall’inglese “All Hallowed Eve” (vigilia di tutti i santi), celebrazione stabilita dalla religione cattolica nell’anno 840 d.C. e nota anche come festa di Ognissanti. Per comprendere come questa festa sia nata e come sia entrata a far parte del cosiddetto mondo cristiano (ma a cui di cristiano, da lungo tempo, è rimasto solamente il nome), occorre fare riferimento al popolo dei celti e al loro modo di celebrare l’arrivo della stagione invernale.

Prima ancora, però, sarà bene fare un cenno proprio alla festa di Ognissanti. Questa festa fu istituita formalmente nell’anno 840 da papa Gregorio IV, con il fine dichiarato di ricordare tutti i santi che, con una vita di onestà e bontà, si sono “meritati” il paradiso.

Tornando ai celti, l’arrivo dell’inverno era accolto con una festa in cui si svolgevano pratiche occulte: Samhain. Secondo la tradizione celtica, infatti, quando l’estate finiva e aveva inizio l’inverno, il velo che divideva la terra dei vivi da quella dei morti si assottigliava e tanto i vivi quanto i morti potevano accedere ai mondi dell’uno e dell’altro.

Quando i romani cristianizzati raggiunsero quelle terre, probabilmente scambiarono la festa di Samhain con quella di Ognissanti, anche se non è difficile credere che le due furono riunite di proposito in una festa sola, quella di Halloween, così da non far torto a nessuno. La festa di Ognissanti, che fino ad allora era stata celebrata a maggio, fu anticipata al primo novembre, giorno in cui i celti festeggiavano il Samhain[1].

Seppure ci siano molti sforzi nel catalogare Halloween come una festa cristiana, si tratta di un’enorme forzatura.

Ma non è solo una forzatura culturale, o una inculturazione al contrario, dal cristianesimo al paganesimo, ecco cosa dice l’associazione nazionale esorcisti:

Padre Francesco Bamonte, Vice Presidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti:

Halloween, già da tempo la macchina commerciale e consumistica propone ogni tipo di gadget per bambini e ragazzi. Ma la notte del 31 ottobre è tutt’altro che una festa o uno scherzo. Il web, ad esempio, nasconde trappole mortali fra zucche e macabre trovate.

Alcuni siti internet per bambini, dove si descrivono personaggi e scenari horror, presentano persino dei link con i quali si accede direttamente a siti di satanismo e magia nera.

Questo perché chi pianifica e diffonde socialmente il male sa che, abituando i bambini ai simboli e ai contenuti del linguaggio esoterico e occultista, quando gli stessi diventeranno ragazzi e adulti si avvicineranno in modo naturale, con familiarità, all’occultismo, visto dai collaboratori del diavolo come un’alternativa da contrapporre al Cristianesimo per le nuove generazioni.

Halloween non è una carnevalata autunnale. È la ripresentazione secolarizzata e sincretistica di una celebrazione pagana: la festa di Samhain, di origine celtica, durante la quale – nelle notti tra la fine ottobre e i primi di novembre, coincidenti col capodanno dei Celti – i druidi compivano sacrifici animali e umani oltre a celebrare riti propiziatori. La sua supposta cristianizzazione attraverso Ognissanti è una pezza giustificativa non solo fragile ma falsa e pericolosa. Halloween è inoltre diventata ripetutamente teatro di tragedie e stragi nel mondo. Una coincidenza per nulla casuale. Vorrei ricordare i crimini compiuti in concomitanza di Halloween da almeno mezzo secolo, come – in anni più recenti – il noto delitto di Perugia. In prossimità della “festa” si verificano anche scomparse di bambini. Come si moltiplicano gli atti di blasfemia e sacrilegio contro la fede e i simboli cristiani. Tutto questo concorre a definire la cornice non solo occulta e demoniaca ma intimamente violenta di Halloween, che deriva dai riti di Samhain, gradita ai satanisti per la celebrazione e l’esaltazione delle forze del male nemiche del genere umano.

Nel 2022, in Corea del Sud, si è consumata una strage senza precedenti, la sera del 29 ottobre durante i festeggiamenti in occasione di Halloween, sono morte nella calca almeno 158 persone, in gran parte giovani. Quattro delle vittime erano adolescenti, 95 erano ventenni, 32 sulla trentina, 9 sulla quarantina. I satanisti hanno salutato con grande soddisfazione questa tragedia, anche perché sappiamo che in vista di Halloween “pregano” Satana affinché avvenga qualche particolare fatto sanguinoso. Allo stesso tempo non si intende con ciò stabilire una correlazione diretta fra quel tragico evento e le “preghiere” diaboliche, ma non possiamo non constatare che quella folla smisurata, in uno spazio così ristretto, stava festeggiando proprio Halloween.
Non molti sanno che i cultori del Maligno, in quella notte come nelle notti precedenti e in quelle seguenti, nel corso delle ritualità perverse da loro compiute in suo onore, gli offrono i giochi, i divertimenti e le ‘energie’ di tutti coloro che, festeggiando Halloween, stanno più o meno consapevolmente evocando il mondo delle tenebre. Sono infatti convinti che in questo modo si rafforzi il potere del diavolo nella società come in loro stessi che lo evocano, offrendogli e persino sacrificandogli la vita del prossimo.

Per questo noi sacerdoti esorcisti non ci stanchiamo di mettere in guardia contro questa macabra ricorrenza, che non solo attraverso condotte immorali o pericolose, ma anche con la leggerezza del divertimento ritenuto innocuo, non solo può preparare il terreno a una futura azione straordinaria del demonio, ma gli permette di intaccare e deturpare le anime dei più giovani.

Mi rivolgo in particolare ai genitori, padri e madri, e a quanti sono responsabili dell’educazione di bambini e giovani, della loro formazione alla vita. Sappiano che il disegno di portare i loro figli tra le braccia del nemico di Cristo e dell’umanità in genere è sempre in agguato. Soprattutto in questi giorni.

 

I simboli di Halloween

Avvicinandosi il 31 ottobre, fruttivendoli e commercianti riforniscono i loro banchi di zucche destinate alla vendita. La zucca intagliata a forma di faccia, infatti, è uno dei principali simboli di questa macabra festa.

Secondo la leggenda irlandese, Stingy Jack, un buono a nulla violento e ubriacone, una vigilia di Ognissanti anziché andare in chiesa a pregare, si prese una sbronza. All’improvviso gli comparve il diavolo, che provò a portarsi a casa l’anima di Jack. Gli propose di esprimere un desiderio prima di finire tra le fiamme dell’inferno e Jack rispose che avrebbe voluto bere un ultimo bicchierino. Dato che non aveva un soldo, però, chiese al diavolo di tramutarsi in una monetina da 6 pence. Come il diavolo acconsentì, Jack lo infilò nel suo portafoglio, che aveva una grande croce in filigrana d’argento ricamata sopra.

Ovviamente il diavolo rimase intrappolato a causa del simbolo sacro ricamato sul portafoglio. Dopo una lunga ed estenuante discussione, i due stabilirono un patto, quello di rimandare di un anno esatto la morte di Stingy Jack in cambio della libertà del diavolo. Esattamente la sera della vigilia di Ognissanti dell’anno dopo, il diavolo si presentò all’appuntamento. Jack si trovava nel suo orto, sbronzo come al solito e seduto sotto un albero di mele. Il diavolo gli chiese ancora quale fosse il suo ultimo desiderio prima di morire. E Jack rispose: “Vorrei una delle mie mele, ma sono troppo ubriaco per arrampicarmi sull’albero: potresti salirci tu?”.

Il demonio accettò, ma appena fu in cima Jack – che era sbronzo ma decisamente furbo – velocissimo tirò fuori un coltello e incise una croce sul legno del tronco: in tal modo il diavolo non poteva più scendere. Avvenne così un’altra interminabile contrattazione; il diavolo propose a Jack di rimandare la sua morte di dieci anni, ma Jack era troppo furbo e il diavolo decise di dargliela vinta e lasciarlo in pace. Ma un anno esatto dopo, mentre se ne stava nel solito orto a cavar rape anziché in chiesa, Jack morì. Ancora con una rapa in mano arrivò in paradiso; bussò per entrare ma le porte per lui restarono chiuse.

Stingy Jack allora, sempre con la rapa in mano, scese all’inferno; ma il diavolo quando lo vide ringhiò: “Cosa ci fai qui? Mi hai imbrogliato due volte, non sopporto proprio l’idea di averti tra i piedi per l’eternità. Sparisci!”, e gli lanciò dietro un pezzo di brace incandescente. L’astuto Jack, allora, fece un buco nella rapa, ci mise la brace, ne ricavò una lanterna e si mise a camminare nell’oscurità alla ricerca di un posto dove fermarsi per sempre.

Gli irlandesi, per ricordare Jack, la notte di Ognissanti fabbricavano davvero piccole lanterne con le rape, ma quando iniziarono a emigrare in America, non avendo rape a disposizione ripiegarono sulle zucche, facilmente reperibili e decisamente più facili da intagliare.

 La leggenda di Jack rende chiaro il fatto che Halloween attinga a varie espressioni di superstizione per esorcizzare la paura della morte.

Il mondo cerca degli espedienti alle proprie paure ed è chiaro che anche chi ci scherza su, in realtà, trema al pensiero della morte. Siamo saggi, sfruttiamo questa occasione per diffondere il messaggio dell’Evangelo.

Neppure i bambini fanno eccezione. Trick or treat? – Dolcetto o scherzetto? È così che si divertono nei giorni di Halloween, minacciando di fare danni a chi non dà loro nessun dolcetto. Con indiscussa innocenza i bambini si divertono a mascherarsi da diavoli, con il beneplacito dei genitori. Questi, convinti di far loro del bene esorcizzando le loro paure, li abituano invece sin da piccoli a familiarizzare con le tenebre e a considerare con leggerezza l’anima e la sua immortalità.

Anche la scuola si fa promotrice di attività legate alla festa di Halloween, sostenendo il diffondersi di idee spiritualmente malsane e incoraggiando gli alunni a divertirsi con ciò che, in realtà, l’uomo teme fortemente.

Nelle feste di Halloween che coinvolgono ragazzi e adolescenti, spesso si praticano forme di divinazione e di magia, anche soltanto per gioco, illudendosi di avere il potere sulle forze della malvagità.

 

La Bibbia e Halloween

 Già per questi motivi potremmo dire un sonoro “No grazie!” ad Halloween, ma in quanto cristiani vorremmo fare qualche ulteriore riflessione basata sulla Bibbia.

Nella maggior parte dei casi, chi festeggia Halloween non si rende conto di familiarizzare con il mondo dell’occulto. La Bibbia però ci incoraggia: “Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele” (Efesini 5:11).

Non vi rivolgete agli spiriti, né agli indovini; non li consultate, per non contaminarvi a causa loro. Io sono il Signore vostro Dio (Levitico 19:31)

Come figli di Dio tocca a noi promuovere, invece, tutti quei valori morali e spirituali che formano ed edificano.

  • Fidiamo e ubbidiamo al consiglio della Parola di Dio (Numeri 23:23; II Re 23:24);
  • Distinguiamoci come luce nelle tenebre (Efesini 5:11; Filippesi 2:15; Malachia 3:18);
  • Testimoniamo Cristo con le nostre parole e la nostra condotta (Isaia 52:11; II Corinzi 6:14);
  • Asteniamoci dal frequentare situazioni e ambienti che possono rappresentare rischi (I Corinzi 15:33; Efesini 5:7, 8);
  • Allontaniamoci da atteggiamenti violenti e immorali (Efesini 4:19);

Nessuno ci costringe a festeggiare Halloween, e noi non possiamo sicuramente costringere chi non riconosce l’autorità di Dio sulla propria vita a non farlo. Ricordiamoci della nostra condizione prima di conoscere il Signore: eravamo anche noi spaventati all’idea di morire ma in tante occasioni siamo stati sprezzanti e spesso abbiamo rifiutato di avvicinarci a Dio.

 Possiamo ringraziarLo, però, per chi ci ha parlato di Lui con amore e facendosi scivolare addosso le nostre parole offensive o di biasimo, e noi possiamo fare lo stesso.

… santificate Cristo come Signore nei vostri cuori, sempre pronti a rispondere a vostra difesa a chiunque vi domanda ragione della speranza che è in voi, ma con dolcezza e rispetto, avendo una buona coscienza. (I Pietro 3:5).